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COMUNE DI

CASTELLANA GROTTE

IMG 20171222 173148Anche il Consiglio Comunale di Castellana Grotte ha voluto fornire il suo umile contributo alla mobilitazione popolare ed istituzionale che mira all’approvazione di un disegno di legge sul riconoscimento e il sostegno alla figura chiave del caregiver familiare. L’assemblea cittadina presieduta da Emanuele Caputo ha infatti approvato all’unanimità dei consiglieri presenti la mozione sottoscritta da otto consiglieri di maggioranza (Teresa Taccone, Emilio Sansonetti, Patrizia Caforio, Francesco Valente, Giuseppe Davide Sportelli, Antonietta Manghisi e Maria Filomeno) e di minoranza (Antonio Campanella) ed illustrata dalla consigliera Taccone. Il consiglio comunale ha così impegnato formalmente il sindaco Francesco De Ruvo e l’intera giunta comunale affinché si possa esercitare ogni utile pressione sul Governo tuttora in carica e sul Parlamento che andrà a costituirsi dopo le elezioni politiche in programma domenica 4 marzo affinché si provveda ad una norma nazionale che preveda il pieno ed uniforme riconoscimento del valore sociale, la tutela e il sostegno – anche sotto il profilo della previdenza sociale – della figura e del ruolo del caregiver familiare (letteralmente il “portatore di cure”) nella sua accezione internazionalmente riconosciuta ovvero della persona che all’interno della famiglia si assume in modo principale il compito di cura e di assistenza al congiunto ammalato che il servizio sanitario nazionale non è in grado di garantire. Il tempo dedicato dal caregiver all’attività assistenziale può infatti raggiungere l’equipollente di una giornata lavorativa per cui nelle situazioni più gravi questa funzione diventa pressoché incompatibile con qualsiasi attività lavorativa. Molto tempo è richiesto anche per l’attività di vigilanza e sorveglianza ed aumenta con il progressivo avanzare della malattia. Il ruolo del familiare che si occupa dell’assistenza, in Italia, è principalmente svolto dalle donne (73.8%), generalmente mogli e figlie, che nei casi gravi, ospitano il malato in casa (65%). I dati segnalano che queste persone, soprattutto le donne, in media hanno una durata della vita minore alla media nazionale di 17 anni. Oltre il 60 per cento, è costretta a ridurre il lavoro, optando per il part-time, a mettersi in aspettativa, oppure a rinunciare al lavoro.